UNA SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PER IL SANTO MARELLO
- Redazione
- 28 mag 2022
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Il 30 maggio, alle 18, nel Santuario di San Giuseppe, in Asti, con una solenne Concelebrazione Eucaristica riviviamo la festa liturgica del Santo Marello.

“E’ un momento significativo per noi Oblati – dicono gli organizzatori – per i Collaboratori Laici Giuseppini-Marelliani e per gli “amici del Santuario” trovarci insieme a pregare davanti all’urna di san Giuseppe Marello vera perla di Vescovo che, dal 25 novembre 2001, lo veneriamo Santo. Parlare del Marello, far conoscere il Marello, è un servizio prezioso non soltanto alla nostra Congregazione, ma è un servizio che diventa dono alla chiesa, alla società, all’opera dello Spirito Santo. Oggi c’è urgente e drammatico bisogno di modelli a cui ispirarsi. E Mons. Marello è un grande modello: attuale, autentico, per varie categorie di persone: Sacerdoti, Vescovi, Missionari, anime ansiose di spiritualità, spiriti contemplativi e uomini di azione. E come si addice agli uomini grandi (ed i santi sono sempre uomini grandi), Mons. Marello, che pure ebbe una vita così breve (51 anni, 5 mesi, 5 giorni), e che operò solo in Asti e ad Acqui, appartiene OGGI a tutti i tempi e a tutti i luoghi. Esso appartiene a pieno diritto al Piemonte, all’Italia tutta, come appartiene alle Filippine (1915), al Brasile (1919), alla Pennsylvania e California ( 1929), al Perù e alla Bolivia(1948), al Messico (1951), alla Polonia (1980), all’India ( 1982), alla Nigeria (1990), al Mozambico, possiamo dire, con un po’ di enfasi, che il Marello appartiene al mondo intero.
Dove c’è un Oblato di san Giuseppe lì c’è il Marello.




L'eredità spirituale e materiale di San Giuseppe Marello: riflessioni oltre la celebrazione
La figura di San Giuseppe Marello, canonizzato nel 2001, rappresenta una delle personalità ecclesiastiche più significative del XIX secolo piemontese. Oltre alla sua straordinaria opera pastorale ad Asti e Acqui, il Santo lasciò un'eredità che si estende ben oltre i confini geografici e temporali della sua breve ma intensa esistenza terrena.
Ciò che colpisce maggiormente della spiritualità marelliana è la sua capacità di coniugare contemplazione e azione, due dimensioni spesso percepite come antitetiche nella vita religiosa. Il futuro vescovo di Acqui dimostrò fin dai primi anni di sacerdozio come la preghiera profonda potesse alimentare un'instancabile attività pastorale, creando un modello di santità che oggi più che mai risulta…